“Il codice Maimonide e i Norsa. Una famiglia ebraica nella Mantova dei Gonzaga. Banche, libri, quadri” è il titolo della mostra che, dal 23 ottobre 2018 al 5 gennaio 2019, resterà aperta al pubblico presso la monumentale Sala Alessandrina del complesso borrominiano della Sapienza, sede dell’Archivio di Stato di Roma.
Una mostra, dunque, e una giornata internazionale di studi per celebrare un importante successo dello Stato italiano, esito felice di una contesa internazionale che ha coinvolto un collezionista americano e un magnate austriaco fin dal 2014: l’acquisizione, tramite acquisto coattivo, da parte della Direzione Generale degli Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 2017 di un manoscritto miniato del 1349, contenente una delle più pregevoli copie della traduzione dall’arabo all’ebraico della Guida dei Perplessi del filosofo, medico e giurista Mosè Maimonide (1138-1204).
Il volume, acquistato nel 1513 da Mosè ben Nathaniel Norsa, è un compendio bibliografico e archivistico che testimonia la ricchezza della cultura rinascimentale italiana e della storia italiana in generale, mettendo in luce le molteplici influenze che hanno definito l’identità nazionale come una positiva contaminazione di culture diverse e il ruolo della collettività ebraica nell’Italia di quel periodo.
Il manoscritto, composto da 228 fogli in pergamena con legatura in pelle, arricchito da pregevolissime miniature in foglia d’oro, fra cui una rappresentazione del Paradiso terrestre, e da grafismi in rosso e blu, è rimasto di proprietà della famiglia Norsa fino ai giorni nostri, mentre il resto dell’importante biblioteca di famiglia è andato disperso.
Il progetto espositivo, articolato in tre sezioni, Mantova ai tempi dei Gonzaga; Gli Ebrei a Mantova e la famiglia Norcia: storia di un quadro; La Biblioteca Norsa e la Guida dei Perplessi di Maimonide, presenta al pubblico, oltre al manoscritto di Maimonide, altri 5 manoscritti miniati della Biblioteca di Parma provenienti dalla biblioteca dei Norsa, tra cui una Bibbia in ebraico del 1277, un Commento ai Salmi del XIV secolo, una ulteriore copia, del 1377, della Guida dei Perplessi e 13 manoscritti dall’Archivio di Stato di Mantova relativi al rocambolesco episodio che lega la storia della Madonna della Vittoria di Andrea Mantegna alle vicende della famiglia Norsa.
In aggiunta a questi preziosissimi documenti, saranno in mostra anche una riproduzione 1:1 della tela del Mantegna, attualmente al Louvre, e la tela originale della Madonna col Bambino e Santi (anonimo, circa 1515), ugualmente destinata alla Chiesa della Vittoria e raffigurante in basso membri della famiglia Norsa in atto di contrizione; e, infine, una maquette della medesima Chiesa della Vittoria, costruita al posto della casa dei Norsa, per cui fu commissionata l’opera del Mantegna.
La mostra è organizzata e prodotta dalla Direzione Generale Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Roma e il Progetto Prin 2015, promosso dalla Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Milano, Università di Pisa, Università degli Studi di Genova.
Durante il suo primo giorno di apertura al pubblico, il 23 ottobre, la mostra verrà arricchita da un convegno cui prenderanno parte esperti da tutto il mondo, fra i quali la studiosa newyorchese Evelyn Cohen e Johanna Weinberg dell’Università di Oxford.