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Herbert Ferber. Scultura come metafora di un’idea

Herbert Ferber, allestimento (Mt. Holly I, 1969, rame / Bartonville I, 1968, rame)

È dedicata a uno dei principali scultori espressionisti astratti, Herbert Ferber (1906-1991), la mostra che, dal 15 febbraio al 30 aprile 2019, resterà aperta al pubblico alla Lorenzelli Arte di Milano.

In esposizione venti sculture e trenta disegni realizzati tra il 1952 e il 1985, anni della piena maturità dello scultore americano.
Ferber, grande amico di Rothko, al quale era legato da convinzioni comuni nell’arte e nella politica, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale fu un importante membro della New York School, il gruppo di artisti americani che ha aperto la strada all’espressionismo astratto.

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Herbert Ferber ha manifestato un costante interesse per la mitologia classica e l’inconscio cercando di esplorare forme archetipiche e senza tempo secondo uno dei percorsi tipici del gruppo di artisti di cui faceva parte, autentico punto d’innesco della “nuova tradizione” cosmopolita, aggressiva, dalle plurime radici ma di autentica identità americana.

Il titolo della mostra “Scultura come metafora di un’idea” rappresenta un principio caro a Ferber secondo il quale la scultura deve avere la capacità di incarnare un processo mentale lucido e forte e quindi possedere valore di metafora che veicola qualità ideali astratte. Le sue sculture a partire dagli anni Cinquanta, dopo aver abbandonato completamente la figurazione, sono costituite da forme famigliari che vengono poi elaborate in composizioni quasi irriconoscibili.

Herbert Ferber trasforma gli elementi formali in qualità plastiche, connotate in quanto superfici modulate sensibilmente e cromaticamente attive, che al contempo valgono come grafie, linee-forza che fendono la volumetria interna della forma conferendole un nuovo dinamismo che le libera da legami gravitazionali e un senso di movimento dato dal perfetto bilanciamento di momenti e pause.

Autodidatta come artista, è riuscito ad impadronirsi magistralmente di ogni sorta di tecnica e procedimento. Di particolare importanza sono i disegni, eseguiti in varie tecniche – dall’acquarello alla penna e all’inchiostro, dal pastello alla tecnica mista e all’acrilico – su qualsiasi qualità di carta, che ci offrono l’opportunità di un approfondimento del suo lavoro. Modellando e mettendo in risalto le forme, e non solo, con l’utilizzo anche di scorci prospettici, Ferber nei suoi fogli più astratti riesce a comunicare il senso del volume e dello spazio.

Seguendo inoltre un’indagine incentrata sul percorso tra progetti, studi preparatori e opere finite, molti dei disegni esposti raccontano l’iter che porta alla realizzazione materica delle sculture presentate poiché mette in luce la fitta rete di scambi tra il processo creativo e la sperimentazione di un sistema espressivo.

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Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

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