L’Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, nei pressi di Ponte a Ema, a due passi da Firenze ospita, fino al 28 aprile 2019, la mostra “Teofanie, Opere di Omar Galliani”.
Teofanie crea un’inedita relazione tra gli affreschi con le Storie di Santa Caterina e le grandi tavole di Omar Galliani. L’artista emiliano è considerato un maestro indiscusso del “disegno italiano” e ricostruisce la classicità e la pittura antica con una sua particolare cifra contemporanea. Nelle sue monumentali tavole utilizza una finissima tecnica rinascimentale, caratterizzata dall’accuratezza del tratto della matita che richiama, nell’anno del suo cinquecentenario, i fogli a pietra nera o rossa di Leonardo da Vinci. Il punto di partenza della sua opera è la superficie bianca, chiara, in questo caso del supporto ligneo del pioppo, su cui traccia segni con matita o carboncino che si accumulano fino a prendere matericamente vita, a rivelare una superficie nella penombra, che sia la pelle del corpo umano, uno specchio d’acqua o un oggetto.
Nelle opere qui esposte, che comprendono anche l’Autoritratto proveniente dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della collezione delle Gallerie degli Uffizi, le sfumature del nero, create attraverso una sapiente dialettica tra luce e ombra, si contrappongono al caleidoscopio di colori delle decorazioni interne all’architettura trecentesca.
Il linguaggio di Omar Galliani è inconfondibile, da una parte emerge l’abilità mimetica e tecnica, dall’altra la capacità poetica di superare la materia e smaterializzare, sublimandoli, figure e oggetti. Un nuovo cosmo fatto di pianeti e simboli ricorrenti – come rose, draghi, fiori, teschi, spade, anelli e forbici in sospensione sulla superficie pittorica – che nasce da una profonda riflessione sulla storia e la natura del disegno nell’arte.
“Non realizzo progetti o studi preparatori per le mie opere – afferma l’artista – Le mie grandi tavole sono realizzate essenzialmente attraverso la basicità di due materiali: il legno, la grafite e in mezzo il soggetto. L’avvicendarsi delle due componenti essenziali generano l’opera. L’origine del soggetto è sfuggente, la sua configurazione si dà attraverso il tempo e la dilatazione del disegno”.
La mostra è organizzata dal Comune di Bagno a Ripoli, con la collaborazione delle Gallerie degli Uffizi e della Tornabuoni Arte.