È dedicata a Marinella Pirelli (1925-2009) la mostra che dal 22 marzo al 25 agosto 2019 è aperta al pubblico al Museo del Novecento a Milano.
L’esposizione, dal titolo “Luce Movimento. Il cinema sperimentale di Marinella Pirelli” , mira da un lato a presentare un’acuta sperimentatrice del linguaggio visivo italiano e a rileggerne il lavoro in relazione al contesto nazionale e internazionale, dall’altro a restituire l’idea di un Novecento interdisciplinare e intermediale.
Attiva nella scena artistica italiana a partire dal secondo Dopoguerra, Marinella Pirelli si distingue per un lavoro di indagine costante, che ha portato a risultati pionieristici nel campo del cinema sperimentale.
Nonostante si dedichi alla pittura per tutta la vita e con esiti spesso felici, è nelle immagini in movimento che si concentra la portata innovativa del lavoro dell’artista. La tecnica della ripresa in pellicola e del montaggio è appresa all’inizio degli anni Cinquanta grazie all’impiego come disegnatrice di animazioni “a passo uno” e attraverso lo studio costante della storia e della tecnica cinematografica. È tuttavia alla metà degli anni Sessanta che si colloca l’elezione, lucida e consapevole, della pellicola come proprio medium artistico, raccontata da Marinella Pirelli nelle proprie memorie: “io allora avevo sempre la cinepresa con me, proprio come un pittore ha l’album e la matita. In quegli anni prendevo appunti con la cinepresa e realizzai così il mio lavoro”.
Sono presentate in mostra le opere che la vedono impegnata nell’ambito del cinema sperimentale e nella progettazione di spazi di luce, prendendo in considerazione il periodo compreso tra il 1961, anno della prima pellicola d’animazione, al 1974, in cui Marinella realizza il suo ultimo lavoro, “Doppio autoritratto”, prima di rinchiudersi in un silenzio di quasi vent’anni.
Il percorso espositivo ricostruisce, lungo 10 sale, il percorso dell’artista, mediante una lettura tematica e cronologica che rende conto dei nuclei fondamentali del suo lavoro legato alle immagini in movimento, analizzando allo stesso tempo il contesto storico in cui operò e le relazioni artistiche.
La mostra, accompagnata da un catalogo edito da Electa, è promossa e prodotta da Comune di Milano|Cultura con Electa e curata da Lucia Aspesi e Iolanda Ratti.