Il rimprovero che la commissione del CNC rivolge ad Anna, l’eroina del film, è di fare un cinema sempre uguale a se stesso, affidandosi a sceneggiature assai fragili, di corto respiro. Per contro, l’anziana madre, che mal accetta l’idea che la figlia con il suo prossimo film intenda riesumare un passato lacerante (la morte del figlio, ucciso dall’AIDS), l’accusa di non saper operare un’opportuna selezione sui materiali desunti dal proprio vissuto, ma di infilarci dentro ogni cosa: ogni evento, ogni situazione, ogni gesto, ogni parola.
Il progetto di “autobiografia immaginaria” che la Bruni-Tedeschi porta avanti ormai da anni (dal suo film d’esordio del 2003: E’ più facile che un cammello…), mettendo in campo episodi cruciali della sua esistenza, e dove pure non è sempre agevole distinguere i fatti della vita reale dalla finzione, si fonda sull’ironia e sull’autoderisione: di se stessa, innanzi tutto, ovvero del proprio personaggio di donna fragile, buffa, insicura di sé, perennemente sull’orlo di una crisi di nervi (e qui l’eroina è di nuovo alle prese con una situazione scabrosa: scaricata dall’uomo che ama, Anna deve trascorrere l’estate con parenti e amici nella lussuosa villa sulla costa Azzurra, dove tra un litigio e l’altro si prova a imbastire la sceneggiatura del suo nuovo film); in secondo luogo, del proprio universo familiare altoborghese: un mondo abbarbicato ai propri privilegi di casta, che la Bruni-Tedeschi sa descrivere, con non dissimulato sorriso benevolo, nella sua distaccata signorilità e nelle sue piccinerie.
L’amalgama tra i toni della commedia burlesca e quelli del dramma, da sempre la cifra espressiva dell’autrice, denuncia qui come in passato incertezze, impacci, vistosi cali di tensione. È vero: il lavoro sugli attori è condotto con freschezza cordiale e arguta, e la sceneggiatura (a cui, come di consueto, ha messo mano anche Noemie Lvovsky – la quale interpreta pure se stessa con bella disinvoltura) è più robusta, imbastita con varia ingegnosità. Ma i richiami al teatro di Cechov (la costruzione corale del plot; il tema dello scorrere del tempo…) e certe aperture di sapore felliniano (la scena finale nella nebbia), mal si combinano con le coloriture acide e grottesche che serpeggiano qua e là nel racconto (gli amorazzi che si consumano tra gli ospiti della villa; i litigi tra padroni e servitori – dove pure si può cogliere un’eco, misurata ma distinta, del Renoir degli anni del Fronte Popolare).
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: I Villeggianti
Regia: Valeria Bruni Tedeschi
Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Pierre Arditi, Valeria Golino, Noémie Lvovsky, Yolande Moreau, Laurent Stocker, Riccardo Scamarcio, Bruno Raffaelli, Marisa Borini, Oumy Bruni Garrel, Vincent Perez, Stefano Cassetti, Xavier Beauvois
Durata: 126 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: 7 marzo 2019