Al Giardino di Boboli, a Firenze, sono in mostra sedici opere di Tony Cragg, tra i più noti esponenti della scultura contemporanea.
Le opere del maestro inglese sono disseminate nei luoghi più suggestivi del giardino, per raccontare il lavoro dell’artista dal 1997 ad oggi.
Con la loro imponente ma poetica presenza esse accompagnano il visitatore in un percorso che fornisce una nuova chiave interpretativa non solo delle sculture stesse, ma anche dello spazio che le ospita. È come se le presenze plastiche che spuntano negli spiazzi e sui prati del Giardino di Boboli – nei pressi della Grotta del Buontalenti, nell’Anfinteatro, di fronte alla Palazzina della Meridiana e via dicendo – rivelassero d’un tratto l’energia e la forza sotterranea di queste colline.
«Il Giardino di Boboli, con le sue meraviglie naturali, le opere d’arte antica e la sua struttura fortemente razionale, è il teatro perfetto per questa mostra – afferma Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi -. Infatti il tema della scultura nel parco, centrale nella poetica dell’artista, include necessariamente forme ispirate alla natura e alla sua forza misteriosa, che Cragg crea per suscitare una reazione forte nell’osservatore, che sia di pura emozione o di interpretazione intellettuale».
La mostra “Tony Cragg a Boboli”, aperta al pubblico dal 5 maggio al 27 ottobre 2019, è a cura di Eike D. Schmidt, Chiara Toti e Jon Wood.
Nato a Liverpool nel 1949, Tony Cragg vive e lavora dal 1977 in Germania, a Wuppertal. Qui si trova il suo studio e non lontano lo Skulpturenpark Waldfrieden, centro espositivo dedicato alla scultura contemporanea, al quale ha dato vita nel 2008. Attivo sulla scena artistica dalla fine degli anni Settanta, Cragg ha oggi all’attivo decine di mostre in gallerie, musei, parchi di tutto il mondo nonché la partecipazione alle principali rassegne d’arte contemporanea come Documenta e la Biennale di Venezia. Per molto tempo ha affiancato l’attività artistica all’insegnamento presso la Kunstakademie Düsseldorf e la Universität der Künste (UdK) di Berlino. Ha ricevuto numerosi premi e onorificenze tra cui i prestigiosi Turner Prize (1988), Shakespeare Prize (2001) e il Praemium Imperiale for Sculpture (2007).