In una Venezia atipica, che rifiuta le forme oleografiche più scontate (lo spazio scenico privilegiato dal film è quello dell’isola di Sant’Erasmo, con i suoi vigneti, le ville isolate, le barche a motore), giunge François, un affermato romanziere francese in cerca di un luogo tranquillo dove lavorare al suo prossimo libro. Qui egli trova un amore nuovo e inquieto (Judith, la donna per cui perde la testa, si presenta come una figura enigmatica, la cui algida, ammaliante bellezza coinvolge le pulsioni e i desideri di tutti coloro che l’avvicinano), ma la sua vena creativa s’inaridisce.
Andrà fatto notare come André Téchiné, sulla scorta del romanzo di Philippe Djian da cui la pellicola prende le mosse, abbia inteso opporre alla paralisi creativa dello scrittore un’enfasi romanzesca incontrollata: al nucleo narrativo principale il film accosta, con qualche forzatura, una fitta trama di intrighi e personaggi secondari. I colpi di scena si accumulano: Alice, la figlia di François, che era giunta sull’isola in visita del padre, sparisce all’improvviso per seguire un losco individuo implicato nel traffico della droga. Un’investigatrice privata, Anna Maria, che a suo tempo aveva avuto una relazione con Judith, è incaricata da François di mettersi sulle tracce di Alice. Il figlio di Anna Maria, Jérémie, dovrà invece sorvegliare da presso Judith, di cui François è diventato geloso. Ma Jérémie – il tipico ragazzo disorientato, confuso e aggressivo del cinema di Téchiné – si lascerà inevitabilmente irretire dalla donna…
La vicenda s’infittisce di risvolti freudiani: Alice, nella sua ansia di affrancarsi dall’autorità del genitore (François, del resto, riconosce di non essere stato un padre impeccabile), gli invia un video hard che la vede protagonista. Lo stesso scrittore diventa, agli occhi di Jérémie, quella figura paterna che il ragazzo non ha mai avuto (e che rifiuta con rabbia), sicché la rivalità che si viene a creare tra i due per l’amore di Judith finisce per caricarsi, nell’economia simbolica della pellicola, di venature edipiche.
Se il paesaggio lagunare che emerge dal film si rivela uno scenario di spaesamento, popolato da personaggi inquieti e sfuggenti, la tormentata passione senile di François – che Téchiné ritrae con una sorta di svogliata, distratta noncuranza (la messa in scena, priva di nerbo, è oberata da una certa rigida indolenza) – assume i tratti di un mancamento doloroso, dove il venir meno delle tensioni narcisistiche che tenevano unito l’io del protagonista si riflette sulla perdita del controllo su una realtà divenuta indecifrabile.
Nicola Rossello
Gli imperdonabili – Scheda film
Titolo: Gli imperdonabili
Regia: André Téchiné
Cast: André Dussollier, Carole Bouquet, Mélanie Thierry, Adriana Asti, Mauro Conte
Durata: 111 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: UGC Distribution
Anno: 2011