HomeCinemaVarda by Agnès, autoritratto e testamento della cineasta belga

Varda by Agnès, autoritratto e testamento della cineasta belga

Agnès Varda

Un commovente autoritratto di una cineasta di novant’anni e, insieme, un testamento filmato: questo è Varda by Agnès, la pellicola, presentata al festival di Berlino del 2019, con cui Agnès Varda torna a raccontare e a riflettere sulla sua personalissima “cinescrittura”, ripensando alla propria vita professionale di regista cinematografica e videoartista imprevedibile e indipendente, lontana da cenacoli e consorterie, ma sempre aperta alla ricerca e alla sperimentazione. Una carriera sorprendente, che copre oltre sessant’anni di attività (il passaggio della Varda dietro la macchina da presa avviene nel 1954 con La pointe courte, ma già in precedenza essa si era messa in luce come fotografa al festival di Avignone) e che il film ripercorre senza attenersi a un rigido ordine cronologico, ma utilizzando brani di pellicole di cui l’autrice, nel corso di lezioni di cinema e incontri con il pubblico, analizza struttura narrativa, scelte di messa in scena e di montaggio.

Tutta la prima parte di Varda by Agnès si sofferma in particolare sulla stagione eroica e irripetibile della Nouvelle Vague (compagna di strada di Truffaut e soci, la Varda realizza in quegli anni l’opera che le diede all’improvviso la celebrità: Cléo dalle 5 alle 7); sui film da lei dedicati a Jacques Demy, il grande e indimenticato amore di tutta una vita, e su quelli in cui omaggia il talento di attrici e amiche: Sandrine Bonnaire (Senza tetto né legge, il suo capolavoro) e Jane Birkin (Jane B. par Agnès V., Kung-Fu Master); sul suo spiccato interesse per il documentario (ma labile e incerta è sempre stata, nel suo lavoro, la linea di confine tra il cinema del reale e il cinema di finzione); sulle pellicole che testimoniano della sua fiera militanza di femminista (L’une chente, l’autre pas).

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Nella seconda sezione del film si dà conto delle nuove tecnologie sperimentate dall’autrice a partire dal 2000 (la fotocamera digitale portatile utilizzata per girare Les glaneurs et la glaneuse), nonché delle esperienze maturate negli ultimi anni come visual artist, esperienze che le hanno dato modo di confrontarsi con il linguaggio dell’arte contemporanea accordandolo alla sua grande passione per la pittura antica (si pensi alle installazioni realizzate per la Biennale di Venezia del 2003).

Nel parlarci di tutto questo la Varda adotta un tono lieve, arguto, mai sussiegoso o compiaciuto o autocelebrativo. Il tono di chi, nell’esplorare volti e luoghi remoti (la California dei figli dei fiori, la Cuba di Fidel Castro) e vicini (il quotidiano delle persone più comuni, l’anonimo rione parigino dove la regista è vissuta per decenni), ha sempre saputo conservare la freschezza, l’attenzione, la soave curiosità di sguardo di una giovinetta.

Agnès Varda ci ha lasciati il 29 marzo 2019. È bello constatare come essa, al pari di altri grandi maestri (De Oliveira, Rohmer, Rivette…), abbia saputo conservare intatte, sino agli ultimi giorni di vita, la generosità e l’energia del proprio talento.

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: Varda by Agnès
Regia: Agnès Varda
Interpreti: Agnès Varda, Sandrine Bonnaire, Nurith Aviv, Hervé Chandès
Durata: 115 minuti
Genere: Documenti e documentari
Distribuzione: Cineteca di Bologna
Anno: 2020

Varda by Agnès – Il trailer

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